Da sempre l’uomo ha individuato nell’acqua una fonte di salute e benessere. Questo elemento infatti non è solo il maggiore costituente dell’organismo umano, ma soprattutto un elemento simbolico e con un grande valore culturale. Alle fonti termali infatti per secoli, e ancora oggi, sono stati legati fenomeni di culto e soggiorni di cura per la ricerca del benessere fisico e spirituale. Ancora oggi, come in passato, al centro del termalismo c’è prima di tutto una visione dell’uomo a tutto tondo che unisce la cura del corpo a quella della mente con al centro l’acqua come elemento principale.
Il primo a dedicare un ampio studio alle proprietà dell’acqua fu Ippocrate nel suo trattato medico Corpus Hippocraticum, in cui evidenziò l’uso dei bagni per la cura e prevenzione di diverse malattie e gli effetti del bagno caldo e di freddo sul corpo umano. Già all’epoca alcune sorgenti, come per esempio quelle solfuree, erano conosciute per i loro effetti terapeutici in grado di diminuire i dolori muscolari ed articolari e a guarire determinate le patologie della pelle.
A Roma le terme ebbero un grande sviluppo con la costruzione di numerosi edifici termali che divennero luogo non solo di igiene e cura, ma anche di coesione sociale e culturale. Nell’era repubblicana i patrizi, nelle loro lussuose ville, crearono stanza da bagno in cui venivano effettuati bagni di acqua calda e fredda, ma anche altri locali in cui si potevano fare massaggi e saune. Durante l’impero furono eretti maestosi edifici termali pubblici e frequentati quotidianamente tanto che le terme divennero una vera e proprio istituzione sociale. Gli interni, decorati con pregiati marmi e mosaici, accoglievano diverse piscine di acqua sia fredda che calda, ma anche palestre, biblioteche, solari e stadi. Il complesso era poi arricchito da giardini con spettacolari fontane e botteghe in cui si commerciava e si concludevano affari.
In queste terme i romani subivano la cosiddetta stimoloterapia aspecifica derivata dal calore, dalla pressione idrostatica e dal galleggiamento provato quando si immergevano nelle piscine con una diversa gradazione di calore. In questo modo si creava una stimolazione energica di diverse funzioni organiche, come il respiro, la funzione cardiaca, la sudorazione e il ritorno venoso.
Le sorgenti termali iniziarono ad essere Roma a sfruttare per usi terapeutici. A Tivoli nelle Acque Albule di Tivoli venne realizzato un gigantesco stabilimento, con ville per i ricchi e abitazioni per la villeggiatura, lo stesso accadde per le acque terapeutiche di Chianciano.
A Pompei, Pozzuoli ed Ischia, sorsero maestosi complessi termali in cui i romani trascorrevano lunghi soggiorni terapeutici, dopo che i medici più eminenti, come Celso, Plinio, Erodoto e Galeno ne avevano stabilito l’azione curativa.
Nel Medio Evo la pratica terapeutica si andò espandendo e le acque termali iniziarono ad essere indicate dai medici per la cura delle malattie della pelle e per la sterilità femminile. Ad antichi tipi di trattamento si unirono nuove cure, come le terapie sudatorie nelle grotte naturali, l’applicazione di fanghi e l’inalazione di vapori.
Nel Rinascimento XIV e XV le cure termali ebbero un forte sviluppo grazie soprattutto ai trattati scientifici di illustri medici dell’epoca e all’uso delle terme da parte di personaggi famosi come il re Federico II, papa Bonifacio VIII e Petrarca che avevano curato diverse malattie grazie alle preziose acque.
Nell’800 il progredire delle scienze fisiche e chimiche permise di riconoscere l’acqua termale come un vero e proprio farmaco. Gli edifici termali vennero ingranditi, furono creati lussuosi alberghi con giardini, fontane e diversi trattamenti che venivano effettuati da personale specializzato. Le terme divennero un luogo in cui i ricchi passavano le loro vacanze, per ritemprarsi e curarsi grazie al potere delle acque.